In questo periodo si moltiplicano, soprattutto sul web, gli annunci che invitano i lavoratori/operatori agricoli ad acquisire l’impropriamente detto “Patentino Agricolo” o “Patente Agricola”.
Definire “patente” un corso di formazione ha creato negli operatori del settore allarmismi ingiustificati.
Si tratta in realtà dell’attuazione dell’art. 73 del Dlgs 81/2008 del TUSL (TESTO UNICO IN MATERIA DI SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO).
Cerchiamo di fare chiarezza ed essere al tempo stesso sintetici.
Il 19/03/2013 entra in vigore l’accordo Stato/Regione del 22/02/2012, relativo a: “L’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione in attuazione dell’articolo 73, comma 5, del decreto legislativo 09/04/2008, n. 81”
Tra le attrezzature di lavoro, individuate dal suddetto accordo, vi sono i trattori ad uso agricolo.
L`abilitazione è richiesta a tutti i lavoratori così come definiti dal Decreto legislativo n. 81/2008 , nonché ai soggetti di cui all`art. 21 dello stesso Decreto legislativo.
Pertanto devono conseguire tale abilitazione i seguenti soggetti:
1 - lavoratori subordinati;
2 - i componenti dell`impresa familiare (art. 230-bis del Codice civile);
3 - i lavoratori autonomi che compiono opere o servizi (art. 2222 del Codice civile);
4 - i coltivatori diretti del fondo;
5 - i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo;
6 - gli artigiani;
7 - i piccoli commercianti.
L’abilitazione si acquisisce seguendo un corso di formazione specifico della durata di 8 ore.
L’abilitazione va rinnovata ogni 5 anni previa partecipazione ad un corso di aggiornamento della durata di 4 ore.
Nel caso dell’agricoltura il processo formativo è legato all’esperienza cumulata dal lavoratore/operatore agricolo negli anni precedenti.
- i lavoratori/operatori agricoli che al momento dell’entrata in vigore dell’Accordo, cioè al 19 marzo 2013, sono incaricati all’uso di trattori devono effettuare il corso entro 24 mesi dall’entrata in vigore, quindi entro marzo 2015.
- i lavoratori/operatori agricoli con esperienza documentata da almeno 2 anni, sono soggetti al solo aggiornamento da effettuarsi entro 5 anni dalla data di pubblicazione dell’Accordo, quindi entro marzo 2017.
Colle Sannita 21/02/2013
MORTI SUL LAVORO – DATI PREOCCUPANTI DALLA PROVINCIA DI BENEVENTO.
Colle Sannita 12/02/2015 -
L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering di Mestre, sulla base dei dati INAIL per provincia, ha pubblicato una “ELABORAZIONE STATISTICA DEGLI INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO ANNO 2014”
La nostra provincia è quinta in Italia in questa triste classifica. Nell’anno appena trascorso nella provincia di Benevento ci sono stati 8 (otto) morti sul lavoro, che rapportati alla popolazione occupata ci posizionano al quinto posto della graduatoria nazionale e purtroppo al primo posto nella regione.
Sono dati agghiaccianti soprattutto se rapportati al tasso di disoccupazione provinciale che è del 16,9%.
Stando ai dati nazionali diffusi dall’Osservatorio Indipendente di Bologna, nel 2014 l’agricoltura con il 34,2 % del totale risulta la categoria con più vittime. In questo comparto il 65,5 % sono morti in un modo drammatico: schiacciati dal trattore che guidavano.Gli agricoltori morti schiacciati dal trattore sono il 23% di tutti morti sui luoghi di lavoro. Nel 2014 sono stati ben 152.
In edilizia i morti sui luoghi di lavoro sono il 19,8 % del totale, con le solite cadute dall’alto che provocano tantissime morti. Nell’industria il 9,1 %, l’8,18 % nell’autotrasporto. Poi ci sono tutti i lavoratori morti nei vari servizi alle imprese. Percentualmente le morti sul lavoro sono distribuite in eguale misura in tutte le fasce d’età, a parte l’agricoltura, dove le vittime hanno un’età mediamente più alta. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono quest’anno il 10,1% sul totale e i romeni sono sempre i più numerosi. Le altre morti sono da ricercarsi nelle diverse attività, principalmente nel terziario.
Le morti sul lavoro, sono il risultato di una concausa di fattori: indifferenza alle leggi, mancato rispetto delle norme (anche da parte dei lavoratori), lavoro nero, pressapochismo e superficialità di chi commissiona il lavoro a persone non qualificate, ricerca del massimo profitto anche a costo della vita altrui e speculando sugli spiccioli per la sicurezza, in una sola parola IGNORANZA.
Per ridurre il fenomeno c’è quindi bisogno di una approfondita conoscenza della materia “Sicurezza sul Lavoro” e una corretta informazione e formazione dei lavoratori e di tutti gli attori coinvolti nel sistema aziendale di gestione della sicurezza (Datore di Lavoro, RSPP, ASPP, RLS, Medico Competente, ecc.). Affidarsi a consulenti in materia qualificati è il primo passo per approcciarsi in maniera giusta a questa “battaglia di civiltà”. Un paese civile non può permettersi 1000 morti sul lavoro ogni anno.
Ing. Antonio Zeolla